Don Antonio è colui che ha voluto con forza la casa di Suerta perchè credeva nell'importanza di una esperienza di crescita "lontano" da tutte le distrazioni a cui oggi siamo abituati. Quale posto migliore di una valle isolata e vicina alla montagna come Suerta?
Don Antonio subito dopo la sua ordinazione, avvenuta nel 1963 è stato inviato presso la Parrocchia di Novale, dove ha fatto le prime esperienze dedicandosi ai più svariati servizi, tra i quali l’Oratorio parrocchiale, il “campo” della sua più significativa attività di prete novello e la base del suo futuro.
Trasferito a Bassano del Grappa nel 1967,don Antonio si è trovato ad agire in una situazione ampia e complessa per tutte le iniziative culturali, sportive, formative, ecclesiali e sociali che il territorio offriva. Il suo servizio andava dall’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole superiori, all’amministrazione del Sacramento della Penitenza, all’impegno presso la Parrocchia, alle numerose attività formative del Centro giovanile di cui era Assistente. L’impegno con i giovani segneranno tutta la sua attività pastorale: scouts, gruppi ACR e formativi dell’Azione Cattolica, gruppi sportivi.
L’esperienza dei campeggi occuperà totalmente il periodo estivo; stare con i giovani era la sua vacanza, perché, diceva, “Il senso della mia esperienza con i ragazzi e i giovani è preciso: aiutarli a capire, conoscere, amare e seguire Cristo!”
Nonostante i numerosi impegni pastorali, in quegli anni don Antonio completa i suoi studi, laureandosi in Teologia a Roma.
La Parrocchia di San Paolo- Vicenza è stata la prima esperienza che don Antonio ha svolto come Parroco ed è durata 11 anni, dal 1979 al 1990. L’entusiasmo caratterizzava la figura di don Antonio, trasmettendolo a chi collaborava con lui.
Anche qui mille iniziative:
-di crescita e formazione per sposi e famiglie
- di catechesi per bambini e ragazzi
- di attenzione verso le persone in disagio con la costituzione, attraverso la Caritas, dell’Associazione “Centro Sorriso” (fra le prime in città) per l’accoglienza di portatori di handicap
- di arricchimento culturale con la proposta di incontri-dibattito o di concerti di musica classica di cui era grande appassionato.
Ma non dobbiamo dimenticare che la Sua missione era far crescere la fede nelle persone, per questo motivo ha valorizzato tutte le Sante Messe, anche quella feriale dove non mancava mai una breve omelia; la messa feriale dei giovani, il mercoledì, era molto partecipata e di questo ne andava fiero. Uno sguardo particolare aveva poi per le persone anziane che sapeva ascoltare, consigliare, renderle ancora preziose alla Comunità; per i malati che sapeva confortare e di cui condivideva le sofferenze. Don Antonio era considerato il parroco dei “giovani”, e questa sua dedizione è stata costante fino all’ultimo.
Aveva tempo per tutti, ma più di ogni altra cosa il suo obiettivo primario era la crescita spirituale dei giovani. Il suo temperamento era quello del Pastore deciso e coinvolgente. Notava tutti e li fermava per la strada per invitarli in parrocchia, al gruppo, al campeggio; non gli sfuggiva nessuno. Pensava che fosse più facile avvicinarsi a Dio se ci si disponeva nelle condizioni migliori per ascoltarlo, e quale era il posto migliore se non la montagna? Così cominciarono i campeggi estivi e i campi invernali. E poi è arrivata la casa per i campi estivi a Suerta nel trentino, a 1400 m di altezza, tanto cara anche ai giovani e agli animatori di Cologna Veneta.
Rimangono tanti ricordi ma in particolare è rimasto il rigore, la fermezza con cui ribadiva principi importanti per la fede dei suoi ragazzi. Fondamentali erano anche i momenti di svago a cui sempre partecipava: la partita di calcio, di pallavolo,i giochi del falò. Ma soprattutto da non dimenticare le gite in montagna che qualche ragazzo pigro tentava di scoraggiare buttando, al mattino presto, acqua davanti alla finestra, dove don Antonio dormiva, per far credere ci fosse un tempo piovoso. Ma era inutile, la partenza avveniva lo stesso e tutti in fila a rincorrerlo per i sentieri di montagna dove era sempre davanti con instancabile passo veloce.
L’ultima esperienza di Don Antonio, divenuto Monsignor Antonio, è la più lunga e la più completa dal punto di vista pastorale. Dall’ottobre del 1990 è diventato l’Arciprete di Cologna Veneta. Nei ragazzi, nei giovani, nei malati e negli anziani, nelle relazioni quotidiane con tutte le persone Mons. Antonio si è reso conto di poter esprimere quello che ogni Pastore porta nel cuore: aiutare tutti a credere in Cristo, ad accogliere il dono del Signore e sostenere ogni persona nel suo cammino spirituale. Anche a Cologna i giovani faranno parte della sua vita; non si è mai sottratto, durante l’estate, a macinare chilometri per passare da un campo-scuola all’altro, per essere presente ai momenti di riflessione, per le confessioni….per le Sante Messe. Quanti chilometri in un giorno!!! Cologna Veneta – Transacqua – Suerta o viceversa.
Ora Mons. Antonio ha finalmente raggiunto la meta che il Signore gli aveva destinato e ci piace immaginarlo mentre percorre con la sua bicicletta le strade celesti.
La celebrazione della S. Messa in quel di Predazzo
La S. Messa nella chiesetta di Suerta
In camminata al lago d'Antermoia sul gruppo del Catinaccio con i giovanissimi di San Paolo